Tools and Settings
Content
Questions and Tasks
Proverbio: Chi va piano va sano e va lontano
Adattato dall’Enciclopedia Treccani
Giuseppe Verdi (1813-1901), tra i più celebrati musicisti di tutti i tempi, compositore di 28 opere. Di umili origini e non essendo stato ammesso al conservatorio, Verdi perfezionò presto la sua istruzione musicale presso vari maestri privati. Iniziò a comporre musica prima di trasferirsi a Milano nel 1832. Dal 1836 fu sposato felicemente a Margherita Barezzi, morta prematuramente nel 1840 poco dopo la scomparsa dei due figli della coppia ancora molto piccoli. L’anno 1842 gli portò improvvisamente il suo primo grande successo: l’opera Nabucco, rappresentata subito nei maggiori teatri italiani ed europei con interprete, nel ruolo di Abigaille, la cantante molto conosciuta, Giuseppina Strepponi che sarebbe diventata successivamente la seconda moglie di Verdi. Di Nabucco si ricorda particolarmente l’aria “Va’ pensiero” la quale trovò immediatamente una forte eco tra il pubblico per i sentimenti risorgimentali di amor patrio e di oppressione straniera. Tra i suoi capolavori si includono Rigoletto (1851), Il Trovatore (1853) e La Traviata (1853) in cui Verdi sempre più ricco e affermato, non ebbe minimamente paura di affrontare temi piuttosto spinosi nonché scabrosi. Uno degli ultimi atti di Verdi fu la Fondazione della Casa di riposo per i musicisti a Milano dove volle essere sepolto.
Giuseppe Verdi (1813-1901), tra i più celebrati musicisti di tutti i tempi, compositore di 28 opere.
Di umili origini e non essendo stato ammesso al conservatorio, Verdi perfezionò presto la sua istruzione musicale presso vari maestri privati. Iniziò a comporre musica prima di trasferirsi a Milano nel 1832. Dal 1836 fu sposato felicemente a Margherita Barezzi, morta prematuramente nel 1840 poco dopo la scomparsa dei due figli della coppia ancora molto piccoli. L’anno 1842 gli portò improvvisamente il suo primo grande successo: l’opera Nabucco, rappresentata subito nei maggiori teatri italiani ed europei con interprete, nel ruolo di Abigaille, la cantante molto conosciuta, Giuseppina Strepponi che sarebbe diventata successivamente la seconda moglie di Verdi. Di Nabucco si ricorda particolarmente l’aria “Va’ pensiero” la quale trovò immediatamente una forte eco tra il pubblico per i sentimenti risorgimentali di amor patrio e di oppressione straniera.
Tra i suoi capolavori si includono Rigoletto (1851), Il Trovatore (1853) e La Traviata (1853) in cui Verdi sempre più ricco e affermato, non ebbe minimamente paura di affrontare temi piuttosto spinosi nonché scabrosi.
Uno degli ultimi atti di Verdi fu la Fondazione della Casa di riposo per i musicisti a Milano dove volle essere sepolto.
Rispondete alle domande:
Qui potete ascoltare “Va’ pensiero” di Nabucco
Mentre gli aggettivi modificano i sostantivi e i pronomi, gli avverbi modificano:
A differenza degli aggettivi i quali devono concordare in numero (singolare/plurale) e genere (maschile/femminile) con il nome che accompagnano, gli avverbi sono invariabili, non cambiano né di numero (singolare/plurale) né di genere (maschile/femminile).
Le studentesse sono molto contente.
Gli avverbi sono di diverse categorie:
Quando un avverbio modifica un aggettivo, lo si pone direttamente davanti alla parola alla quale si riferisce:
Il panorama è troppo bello, che suggestivo!
Quelle sono ragazze molto simpatiche.
Le attrici in quel film non sono molto famose.
Questi racconti mi sembrano poco originali.
Rapunzel ha i capelli troppo lunghi.
Quando un avverbio modifica un avverbio, lo si pone direttamente davanti alla parola alla quale si riferisce:
Vai più piano.
Noi stiamo molto bene, grazie.
Lui è stato assunto abbastanza recentemente.
Manda messaggini molto rapidamente sul cellulare.
Lei si trova sempre fuori casa sua.
La chiesa sta molto lontano dal tempio ma sta molto vicino alla stazione.
Quando invece un avverbio modifica un verbo, lo si pone direttamente dopo il verbo:
La ringrazio ancora del suo aiuto.
Mangiano sempre in fretta.
Oggi come oggi i ragazzi giocano meno a calcio e giocano più a basket.
Dimmi subito che cosa ti è successo.
Si dice che gli americani guidano male ma non sono convinta.
Non posso farlo adesso.
Non tornerò più in quel negozio.
Per enfasi, si possono mettere gli avverbi all’inizio della frase.
Ora non posso.
Prima non lo sapevo.
Personalmente, i film d’orrore non mi piacciono.
Di solito viaggiamo in treno per evitare le file all’aeroporto
Alcuni avverbi di uso comune possono essere anche aggettivi:
Quando modificano nomi e/o pronomi, sono aggettivi e fanno la concordanza. Quando invece modificano verbi o aggettivi, sono avverbi, quindi invariabili, e non devono concordare.
Conosco molti ragazzi molto bravi.
A Roma ci sono tante cappelle molto belle.
Poche maestre lavorano poco.
Abbiamo tanti amici, sono tanto allegri e vivono tutti vicino.
In questi esempi, "molti," "tante," "poche," e "tanti" modificano nomi e/o pronomi, dunque sono aggettivi e perciò fanno la concordanza. Invece "molto," "poco," "tanto," e "vicino" modificano aggettivi ("bravi," "belle," "allegri") o verbi ("lavorano" e "vivono"), quindi sono avverbi e non fanno la concordanza.
OCCHIO:
Per distinguere tra l’uso di un aggettivo o un avverbio, si può considerare il verbo principale. Il verbo “essere” viene spesso seguito da un aggettivo (il quale deve concordare con il soggetto). Gli altri verbi vengono seguiti dagli avverbi (i quali sono invariabili, quindi non concordano con il soggetto).
Confrontate le seguenti coppie di frasi:
Completate le frasi, inserendo la forma appropriata della parola tra parentesi a secondo la sua funzione nella frase.
ESEMPIO: Te l’ho detto ________ (tanto) volte: stai ________ (lontano) dal binario! > Te l’ho detto *tante* volte: stai *lontano* dal binario!
Spesso gli avverbi (particolarmente gli avverbi di modo) derivano dagli aggettivi. Per esempio:
felicemente ("in modo felice")
profondamente ("in modo profondo")
Questi avverbi si formano solitamente aggiungendo -mente alla forma femminile singolare dell'aggettivo.
certa > certamente
precisa >precisamente
educata > educatamente
lenta > lentamente
rapida > rapidamente
allegra > allegramente
dolce > dolcemente
elegante > elegantemente
recente >recentemente
frequente > frequentemente
NB: Agli aggettivi che terminano in -le e -re, si cancella l’ -e finale:
gentile > gentilmente
facile > facilmente
essenziale > essenzialmente
regolare > regolarmente
maggiore > maggiormente
Completate le frasi trasformando le parole indicate tra parentesi in avverbi.
ESEMPIO: Il bambino piangeva ________ (inconsolabile) quando è caduto. > Il bambino piangeva *inconsolabilmente* quando è caduto.
Si notino le forme irregolari dei comparativi e superlativi dei seguenti avverbi di uso frequente.
Come gli avverbi in generale, sono invariabili e seguono i verbi che modificano.
Lo spettacolo è andato ottimamente, non sarebbe potuto andar meglio.
Chi ha meno ragione, grida più forte.
I neonati dormono molto ma i gatti dormono ancora di più.
È stato un disastro! Non poteva andar peggio!
NB: Non si confondono gli avverbi irregolari (meglio e peggio) con gli aggettivi irregolari (migliore e peggiore). Come visto nella tabella sopra, "meglio" e "peggio" sono le forme comparative degli avverbi "bene" e "male" (meglio = più bene, peggio = più male) e quindi modificano un verbo, descrivendo la maniera in cui si fa un'azione. Dall'altra parte, "migliore" e "peggiore" rappresentano le forme comparative degli aggettivi "buono" e "cattivo" (migliore = più buono, bello; peggiore = più cattivo, brutto) e quindi modificano un sostantivo.
Confrontate le frasi:
Completate le frasi con la parola adatta secondo il contesto, scegliendo tra meglio, peggio, migliore, e peggiore, e facendo la concordanza dove necessario.
ESEMPIO: Marco ed io siamo amici ________. > Marco ed io siamo amici *migliori*.
Sito utile per distinguere aggettivi e avverbi.
Tra tutti i diversi usi della particella “ci”, è spesso usata come un avverbio di luogo per indicare dove succede un’azione. In questo caso, “ci” ha il significato di “lì, in/a quel luogo/posto” o “per quel luogo”.
Ma voi andate a San Remo per il Festival? - Certo che ci andiamo! (cioè andiamo in quel luogo)
Passi mai per i giardini pubblici? - Sì, ci passo ogni giorno. (passo per quel luogo)
Nelle costruzioni con il verbo essere (che sono forse quelle più frequenti), l’uso della particella “ci” ha preso un significato più generico come “esistere” o “trovarsi”. In alcuni casi, però, è possibile vedere una connessione con l’uso di “ci” come avverbio in quanto può indicare l’esistenza in un luogo o posto.
Esempi:
Non c’erano più posti liberi in sala. (il luogo qui è già menzionato, cioè in sala)
Quanti studenti ci sono? - Ce ne sono 20. (in questo luogo, si trovano 20 studenti)
Come suggerito sopra, l’uso della particella “ci” come avverbio e nelle costruzioni con il verbo essere rappresentano soltanto una frazione dei diversi usi di questa piccola parola. Per altri suoi usi, leggete i capitoli sui Verbi riflessivi e sui Pronomi.
Decidete se la “ci” indicata nella frase è un avverbio o no. Mettete una "x" minuscola accanto alla risposta corretta.
ESEMPIO: Come ci andate? In macchina? > AVVERBIODurante l’anno scolastico, ci dobbiamo svegliare troppo presto! > NON UN AVVERBIO
1. Ciao ragazzi, ci vediamo domani!
Avverbio
Non è un avverbio
2. Non sono riuscito a comprare biglietti per il concerto dei Måneskin, quindi non ci sono andato.
3. Per la partita, tutti noi ci siamo messi le scarpe rosa come segno del nostro impegno nella lotta contro il cancro.
4. Lo zio Mauro ci ha mandato una lettera dagli Stati Uniti.
5. Durante la pausa primaverile, c’è sempre molta gente a Disneyworld.
6. I miei amici sono andati al cinema per vedere Jaws. Volevo andarci anch’io, ma purtroppo avevo un altro impegno.
7. Per fortuna, i genitori non ci hanno visti mentre rubavamo dei biscotti dalla dispensa.
8. Durante l’estate, ci si sveglia tardi e si va al mare.
9. Dai, questa festa è troppo noiosa. Andiamocene!
10. Dopo la nostra sessione di allenamento, dobbiamo lavarci i capelli!
Nel seguente paragrafo, ci sono 13 avverbi. Identificateli tutti.
Nel tranquillo paesino di montagna, la gente vive serenamente e lavora abbastanza instancabilmente. Le giornate scorrono lentamente, con il sole che sorge dietro le cime maestose delle montagne e tramonta gradualmente dietro il lago placido. Durante l'inverno, la neve cade abbondantemente, creando uno scenario magico. La primavera porta spesso colori vivaci, mentre l'estate regala giornate molto calde e soleggiate, e l'autunno arriva pian piano, dipingendo le foreste di tonalità calde e accoglienti. La gente qui parla molto, condividendo tante storie e tradizioni. Talvolta, le giornate possono essere un po' troppo fredde, ma l'ospitalità dei locali è parecchia e ti fa sentire a casa. Con tanta natura intorno, c'è sempre poco tempo per annoiarsi. In questo luogo incantevole, la vita sembra più autentica e appagante.
(Questo testo è stato generato da ChatGPT e poi modificato da Prof. Paul.)