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Una mattina, mentre camminavo per strada, ho beccato la mia amica Valentina. Era tutta entusiasta perché stava per partire per un viaggio in montagna con i suoi amici. Mi ha detto che avrebbero fatto una lunga escursione e che era emozionata di vedere paesaggi mozzafiato. Dopo qualche giorno, Valentina è tornata e mi ha raccontato del suo avventuroso viaggio. Mi ha detto che hanno scalato una montagna molto alta e che, nonostante la fatica, ne valeva la pena. Mi ha anche mostrato alcune foto degli incredibili panorami che avevano ammirato. Le ho chiesto se avesse avuto qualche problema durante l'escursione e mi ha risposto che si era persa lungo il percorso. Fortunatamente, ha incontrato degli escursionisti esperti che l’hanno aiutata a ritrovare la strada. Valentina gli è stata molto grata e ha detto che ne rimarrebbe così per ancora molto tempo. Per fortuna, Valentina ha menzionato che aveva portato una macchina fotografica con sé e che ha scattato moltissime foto durante l'escursione. Le ho chiesto se potesse mostrarmene una più tardi e ha promesso di farlo la prossima volta che ci saremmo visti. Dopo essermi congratulato con Valentina per il suo avventuroso viaggio, le ho detto che ero contento che ne avesse tratto così tanto piacere. Abbiamo deciso di organizzare una cena per festeggiare e così ho invitato lei ed anche i suoi amici a casa mia. Valentina ha accettato volentieri l’invito e ha detto che gli amici ne sarebbero stati altrettanto felici. Quella sera ci siamo riuniti tutti insieme e Valentina ci ha mostrato le sue foto prima di mangiare. Era davvero emozionata di raccontarci le sue avventure e si vedeva che ne era ancora entusiasta. Dopo la cena, Valentina mi ha ringraziato per averla ospitata e mi ha detto che ne conservava un ricordo indelebile. Le ho detto che ero felice di aver contribuito a rendere la sua esperienza ancora più speciale e che ne ero onorato. L’ho ringraziata pure perché sentire della sua bellissima esperienza mi ha spinto a programmare un viaggio per me stesso.
Una mattina, mentre camminavo per strada, ho beccato la mia amica Valentina. Era tutta entusiasta perché stava per partire per un viaggio in montagna con i suoi amici. Mi ha detto che avrebbero fatto una lunga escursione e che era emozionata di vedere paesaggi mozzafiato.
Dopo qualche giorno, Valentina è tornata e mi ha raccontato del suo avventuroso viaggio. Mi ha detto che hanno scalato una montagna molto alta e che, nonostante la fatica, ne valeva la pena. Mi ha anche mostrato alcune foto degli incredibili panorami che avevano ammirato.
Le ho chiesto se avesse avuto qualche problema durante l'escursione e mi ha risposto che si era persa lungo il percorso. Fortunatamente, ha incontrato degli escursionisti esperti che l’hanno aiutata a ritrovare la strada. Valentina gli è stata molto grata e ha detto che ne rimarrebbe così per ancora molto tempo.
Per fortuna, Valentina ha menzionato che aveva portato una macchina fotografica con sé e che ha scattato moltissime foto durante l'escursione. Le ho chiesto se potesse mostrarmene una più tardi e ha promesso di farlo la prossima volta che ci saremmo visti.
Dopo essermi congratulato con Valentina per il suo avventuroso viaggio, le ho detto che ero contento che ne avesse tratto così tanto piacere. Abbiamo deciso di organizzare una cena per festeggiare e così ho invitato lei ed anche i suoi amici a casa mia. Valentina ha accettato volentieri l’invito e ha detto che gli amici ne sarebbero stati altrettanto felici.
Quella sera ci siamo riuniti tutti insieme e Valentina ci ha mostrato le sue foto prima di mangiare. Era davvero emozionata di raccontarci le sue avventure e si vedeva che ne era ancora entusiasta.
Dopo la cena, Valentina mi ha ringraziato per averla ospitata e mi ha detto che ne conservava un ricordo indelebile. Le ho detto che ero felice di aver contribuito a rendere la sua esperienza ancora più speciale e che ne ero onorato. L’ho ringraziata pure perché sentire della sua bellissima esperienza mi ha spinto a programmare un viaggio per me stesso.
(Questo testo originale è stato scritto da ChatGPT e poi modificato da Prof. Paul.)
Considerate e rispondete alle domande:
Nell’italiano (come nell’inglese), le frasi spesso contengono ciò che si chiamano oggetti diretti e oggetti indiretti che completano il senso dei verbi.
Nella maggior parte dei casi, l’oggetto diretto sarà la risposta alla domanda “chi o che cosa?” come evidenziato negli esempi sotto. Gli oggetti diretti sono detti così perché l’azione del verbo passa direttamente sulla persona o sulla cosa, cioè dipendono da un verbo transitivo attivo e non richiedono la presenza di una preposizione. In altre situazioni, si può dire che l’oggetto diretto “subisce” l’azione del verbo. Ecco alcuni esempi degli oggetti diretti:
Gianluca mangia una pera. (Che cosa mangia Gianluca? Una pera.)
Come poliziotto, Marco dava le multe. (Che cosa dava Marco? Le multe.)
Dopo una lunga separazione, Beppe ha abbracciato suo figlio. (Beppe ha abbracciato chi? Suo figlio.)
Gli oggetti indiretti, invece, possono avere diverse funzioni, però sono introdotti—per lo più—con una preposizione semplice o articolata (vedi Preposizioni), e spesso una versione della preposizione “a”. Inoltre, mentre gli oggetti diretti possono riferire sia a persone (chi?) che a cose (che cosa?), gli oggetti indiretti sono quasi esclusivamente persone, come si vede dai seguenti esempi.
Abbiamo dato un regalo alla nonna per il suo compleanno.
Mia sorella ha mandato un SMS al suo ragazzo.
Quando ero giovane, telefonavo spesso a mia madre.
Quando si scrive un testo o si fa una conversazione di una certa lunghezza, è quasi impossibile che non si farà riferimento allo stesso oggetto più di una volta. Considerate, per esempio, il seguente paragrafo:
Figlio di Irene Petrafesa, pittrice, e di Emilio, rappresentante di alimenti, [Riccardo Scamarcio] ha vissuto ad Andria fino all'età di 16 anni. Da ragazzo l'intolleranza nei confronti della scuola lo portò a cambiare diversi istituti, portandolo poi a ritirarsi definitivamente. Tuttavia la passione per il cinema lo spinse a conseguire il diploma in ragioneria. Quindi si trasferì a Roma dove studiò presso il Centro Sperimentale di Cinematografia, che però abbandonò senza conseguire il diploma. … Nel 2004 arriva alla notorietà con il film Tre metri sopra il cielo (2004), tratto dal romanzo omonimo di Federico Moccia. Il successo è tale da farlo diventare un sex symbol e uno degli attori più richiesti sul mercato.
Testo adattato da: https://it.wikipedia.org/wiki/Riccardo_Scamarcio
Se si dovesse riscrivere il paragrafo sopra sostituendo il nome “Riccardo Scamarcio” al posto dei pronomi evidenziati in neretto e sottolineati, ad esempio, sarebbe un po’ goffo e molto ripetitivo: “l’intolleranza nei confronti della scuola portò Riccardo Scamarcio a cambiare diversi istituti, portando Riccardo Scamarcio a ritirarsi definitivamente,” e così via. Per far scorrere un discorso o una conversazione in maniera più lecita e fluida e per evitare ripetizioni inutili, si usano spesso i pronomi. L’argomento centrale di questo capitolo sono i pronomi per gli oggetti diretti e indiretti ed anche la particella “ne”.
Ecco le forme dei pronomi per gli oggetti diretti:
Singolare
Plurale
1a persona
mi
ci
2a persona
ti
vi
3a persona
maschile
femminile
formale
lo
la
La
li
le
Saluto te. > Ti saluto.
Professore, è sempre un piacere vedere Lei. > Professore, è sempre un piacere vederLa.
Accompagniamo voi a casa. > Vi accompagniamo a casa.
Sicuramente gli allenatori sceglieranno noi per la squadra. > Sicuramente gli allenatori ci sceglieranno per la squadra.
Seguivo loro mentre scappavano. > Li seguivo mentre scappavano.
È vietato mangiare le pizze per la colazione. > È vietato mangiarle per la colazione.
A chi mandi la lettera? > La mando a Marco.
Come detto sopra, la maggior parte dei verbi transitivi può usare i pronomi se il caso richiede. Alcuni dei verbi più comuni che adoperano pronomi diretti sono:
amare, aprire, ascoltare, aspettare, chiamare, cercare, chiudere, conoscere, finire, invitare, mangiare, perdere, pulire, trovare.
NB: alcuni di questi verbi richiedono un oggetto diretto in italiano, mentre in inglese richiedono un oggetto indiretto.
italiano
inglese
Aspetto l’autobus.
I’m waiting for the bus.
Luigi ascolta la musica.
Luigi’s listening to music.
Marina cerca il suo libro di grammatica.
Marina is looking for her grammar book.
Quando si usano i pronomi per gli oggetti diretti nei tempi composti (passato prossimo, trapassato prossimo, ecc.), è obbligatorio fare la concordanza tra il pronome e il participio passato con tutte le forme della terza persona. Si noti pure che, in questi casi, si può fare l’elisione soltanto con le forme singolari dei pronomi, NON con quelle plurali.
Mia madre mi ha comprato dei nuovi libri ma purtroppo li avevo già letti. (Sarebbe sbagliato dire, “l’avevo già letti.”)
Ho lasciato le pizze nel frigo e credo che Marco le abbia mangiate per la colazione! (Sarebbe sbagliato dire “…l’abbia mangiate”.)
Era impossibile che Gino avesse comprato il biglietto per il concerto. > Era impossibile che Gino l’avesse comprato.
Pensavo che i miei fratelli avessero mangiato la torta, ma invece erano i genitori! > Pensavo che i miei fratelli l’avessero mangiata, ma invece erano i genitori!
A chi hai mandato la lettera? > L’ho mandata a Marco.
Nei casi in cui si usa un verbo modale (dovere, potere, volere) ad un tempo composto, il pronome può precedere il verbo o essere attaccato alla fine dell’infinito, come al solito. Se precede il verbo, si fa la concordanza; se invece lo segue, non si fa la concordanza.
Abbiamo voluto vedere la foto della nonna. > L’abbiamo voluta vedere. / Abbiamo voluto vederla.
Con il pronome formale “La”, la concordanza va fatta a secondo il genere della persona a cui riferisce.
Professore, L’ho visto in palestra stamattina ma non L’ho salutato.
Professoressa, L’ho vista in palestra stamattina ma non L’ho salutata.
L’uso della concordanza con le altre forme è in flusso di recente ed è quindi possibile sentire tutt’e due le forme nel parlato, secondo il genere del sostantivo o persona sostituiti, anche se è più probabile NON sentirla. Nel registro scritto, fare la concordanza è più aspettato e quasi obbligatorio.
Ho salutato te. > Ti ho salutato. // Ti ho salutata.
Abbiamo accompagnato voi a casa. > Vi abbiamo accompagnato a casa. // Vi abbiamo accompagnati/e a casa.
Alle 11, i genitori avranno già messo noi a letto. > Alle 11, i genitori ci avranno già messo a letto. // …i genitori ci avranno già messi/e a letto.
Con la maggior parte dei tempi e modi verbali, subito prima del verbo (ma dopo la negazione)
Ti saluto.
Li seguivo mentre scappavano.
Sicuramente gli allenatori ci sceglieranno per la squadra.
Vi abbiamo accompagnate a casa.
Con i verbi modali, o prima del verbo o attaccato alla fine dell’infinito seguente
(Non) ti voglio vedere. / (Non) voglio vederti.
Li abbiamo dovuti contattare / Abbiamo dovuto contattarli stamattina.
Attaccato alla fine del verbo all’imperativo informale e plurale, al gerundio, al participio, o all’infinito.
Chiamami quando arrivi a casa!
Smettila subito!
Non mangiarla! È per la festa stasera!
Lavateli prima di metterli nella lavastoviglie! (i piatti)
Leggendolo, ha capito meglio la storia d’amore del nonno. (il diario)
Presale, la signora anziana è andata a letto. (le medicine)
Prima del verbo all’imperativo formale
Mi chiami se ha bisogno di qualcosa!
Signora, la smetti, per favore!
Non lo dimentichi professore!
Riscrivete la parte sottolineata nelle seguenti frasi, sostituendo un pronome al posto dell’oggetto diretto indentificato in neretto. Fate attenzione alla concordanza!
ESEMPIO: Veronica ha spinto Anna giù dal letto. > RISPOSTA: l’ha spinta
Ecco le forme per i pronomi per gli oggetti indiretti. Come si nota, con l’eccezione delle forme per la terza persona, le altre forme assomigliano quelle per gli oggetti diretti.
gli
Le
gli (loro)
Voglio bene a te. > Ti voglio bene.
Confermo che a lei piacciono molto i cavalli. > Confermo che le piacciono molto i cavalli.
Ho detto a lui di venire stasera. > Gli ho detto di venire stasera.
Signora, ho già dato a Lei il resto, vero? > Signora, Le ho già dato il resto, vero?
I pronomi per gli oggetti indiretti per la terza persona plurale cambiano posizione a secondo la forma usata, con “gli” che precede il verbo e “loro” che lo segue:
Abbiamo dato i biglietti ai nostri genitori. > Abbiamo dato loro i biglietti. / Gli abbiamo dato i biglietti.
Inoltre, si noti che mentre “gli” è usato per lo più nel parlato, “loro” è utilizzato soprattutto nello scritto.
Alcuni dei verbi che possono reggere un oggetto indiretto:
bastare, chiedere, consigliare, mancare, parlare, piacere, sembrare, servire, telefonare, voler bene
Telefono a mia madre.
I’m calling my mom.
A me piace la torta.
I like cake.
Chiedi a tuo padre.
Ask your dad.
OCCHIO: a differenza da quelli per l’oggetto diretto, NON si fa la concordanza con i pronomi per l’oggetto indiretto ai tempi composti:
Completare le frasi utilizzando un pronome per l’oggetto diretto o per l’oggetto indiretto. Fate attenzione alla concordanza!
ESEMPIO: “Hai comprato le ciliege?” “Purtroppo non _____ ho comprat__ perché non c’erano.” > “Hai comprato le ciliege?” “Purtroppo non le ho comprate perché non c’erano.”
Come visto nell’introduzione, ci sono casi in cui un oggetto diretto e un oggetto indiretto appaiono nella stessa frase:
Il cameriere porta il conto a noi.
Abbiamo dato alla nonna un regalo per il suo compleanno.
Quando eravate bambini, il nonno comprava sempre dei cioccolatini per voi.
In queste circostanze, è possibile sostituire un pronome sia per l’oggetto diretto che per l’oggetto indiretto, come nei seguenti esempi:
Il cameriere ce lo porta.
Gliel’abbiamo dato per il suo compleanno.
Mia sorella gliel’ha mandato.
Quando eravate bambini, il nonno ve li comprava.
OI ↓ OD →
me lo (me l’)
me la (me l’)
me li
me le
te lo (te l’)
te la (te l’)
te li
te le
glielo (gliel’)
gliela (gliel’)
glieli
gliele
ce lo (ce l’)
ce la (ce l’)
ce li
ce le
ve lo (ve l’)
ve la (ve l’)
ve li
ve le
lo … loro
la … loro
li … loro
le … loro
Come si è notato nella discussione degli oggetti indiretti sopra, la posizione dei pronomi combinati della terza persona plurale possono cambiare posizione a secondo quello che si usa, con “glielo/la/li/le” che normalmente precederà il verbo o “loro” che lo seguirà. In questo secondo caso, il pronome per l’oggetto diretto sarà separato da “loro” e precederà il verbo:
Giovanni ha scritto una lettera ai nonni e gliel’ha mandata.
Giovanni ha scritto una lettera ai nonni e l’ha mandata loro.
NB: Com’è apparente dalla tabella, solo le forme per la terza persona si combinano in un’unica parola quando precedono il verbo; tutte le altre forme rimangono separate. Inoltre, si può notare che il pronome per l’oggetto indiretto precede sempre quello per l’oggetto diretto.
OCCHIO:
La regola della concordanza ai tempi composti applica anche in questi casi, ma è sempre fatta secondo l’oggetto diretto e NON secondo l’oggetto indiretto (perché quest’ultimo non richiede mai la concordanza):
Alcuni dei verbi che spesso reggono sia un oggetto diretto che indiretto nella stessa frase:
comprare, dare, far vedere, mandare, offrire, portare, preparare, regalare, scrivere, spiegare
Completate le frasi inserendo i pronomi combinati appropriati e facendo la concordanza, dove necessario.
ESEMPIO: Ieri ho comprato un vestito blu. Se vuoi ________ faccio vedere subito. > Se vuoi te lo faccio vedere subito.
L’uso più frequente della particella “ne” è come pronome, in quanto sostituisce sia cose che persone (in maniera simile ai pronomi per gli oggetti diretti). In questi casi, ha il significato di “di/da una cosa” o “di/da una persona”.
All’università io e Gianni eravamo migliori amici ma non ne (di lui) ho notizie da più di 3 anni.
Non conosco Maria personalmente ma penso di averne (di lei) sentita qualcosa.
Anche prima di incontrarla, Marco ne (di lei) era molto affascinato.
Basta con tutte queste lagne! Non ne (di queste) voglio sentire più!
Della politica non ne (di questa) voglio sapere niente.
Una costruzione molto comune di “ne” è per parlare di una quantità, spesso in risposta a domande con l’aggettivo interrogativo “quanto” dove significa “di quella cosa”:
Quanti anni hai? - Ne (di anni) ho 20.
Quante giraffe avete visto allo zoo? - Ne (di giraffe) abbiamo viste solo 2.
C’era qualcuno al mercato che vendeva dei braccialetti bellissimi e ne (di braccialetti) ho comprati 5.
Siccome “ne” funziona, in un certo senso, come un pronome per l’oggetto diretto, lo si può usare in combinazione con un pronome per l’oggetto indiretto. Inoltre, in maniera simile ai pronomi per l’oggetto diretto, e come si è visto in alcuni esempi di sopra, “ne” farà la concordanza con il participio passato a secondo il numero e genere della cosa/persona sostituiti.
Dovevo 100 euro a Pino, ma gliene ho dati solo 50.
Abbiamo comprato delle arance rosse e ve ne abbiamo portate alcune.
Andrea ha preparato una torta ma quando sono arrivato a casa sua ne aveva già mangiata parecchio.
OCCHIO: Un uso frequente della particella “ne” è con il verbo “andarsene”. In questo contesto, “ne” funziona come un avverbio visto che fa riferimento alla partenza da un posto/un luogo (e non “di/da una cosa/persona”). Nonostante l’uso frequente di quest’espressione, “ne” è usato perlopiù come pronome e solo raramente come avverbio.
Completate le frasi con il pronome “ne” e il verbo tra parentesi, coniugandolo in modo appropriato.
ESEMPIO: Sofia ha molte coperte. Ieri, ________ (lavare) due. > Sofia ha molte coperte. Ieri, *ne ha lavate* (lavare) due.
Per una discussione ulteriore della particella “ne” come pronome, faccia riferimento al seguente video su YouTube:
Sito utile per sapere di più sui pronomi per gli oggetti diretti e indiretti
Completate il testo della seguente storia inserendo i pronomi appropriati, scegliendo tra quelli per l’oggetto diretto, l’oggetto indiretto, la particella “ne” e i pronomi combinati. Fate attenzione alla concordanza! Alcune parole sono messe in neretto per aiutarvi.
Ieri mentre facevo una passeggiata al parco, ho incontrato mia sorella che portava con sé due libri che interessavano (io). ho chiest in prestito e ha prestat volentieri. Dopo un po', abbiamo incontrato anche i nostri amici. ho salutat e ho chiest se volevano venire a casa mia per guardare un film insieme. Hanno accettato l'invito e abbiamo scelt uno da guardare. Nel film, c'era un personaggio molto simpatico che ha fatto (io) ridere e dopo la visione ho parlat con i miei amici. Alla fine della serata, abbiamo deciso di ordinare una pizza da condividere. abbiamo ordinat da un ristorante vicino e quando è arrivato il ragazzo con le pizze, ho dat i soldi più la mancia. Siamo stati davvero contenti di questa giornata serata insieme!
(Il testo è stato generato da ChatGPT con modifiche da Prof. Paul.)