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Proverbio: Hai voluto la bicicletta, adesso pedala
Mentre leggete il seguente brano, fate attenzione particolare all’uso dell’imperfetto e del passato prossimo.
Adattato da “Mio zio scopre l’esistenza delle lingue straniere,” di Gianni Celati, Narratori delle pianure (Feltrinelli, 1989, pp. 102-104).
Mio nonno paterno era un uomo molto magro e molto basso… non avrebbe dovuto fare il servizio militare, ma è stato abbassato il limite minimo di altezza necessaria per entrare nell’esercito e [perciò] mio nonno ha dovuto fare il servizio di leva. Era un muratore e tutti i suoi figli hanno dovuto fare i muratori come lui. . . In casa e sul lavoro era dispotico come un re. Per lui e per i suoi figli muratori la domenica non contava, i giorni di festa non contavano, neanche la religione contava. Mio nonno non leggeva i giornali e considerava le notizie riportate come favole che facevano solo perdere tempo. Uno dei figli muratori ha litigato con mio nonno dispotico e se n’è andato per conto suo a lavorare all’estero. Era rimasto in Francia per alcuni anni e diceva che durante quegli anni, non si era mai accorto che là si parlava francese. Mio nonno e i suoi figli parlavano il dialetto del loro paese e mio zio trovava dialetti molto diversi ad ogni posto in cui si fermava. Riusciva però sempre a farsi capire e allora per lui un dialetto era uguale a un altro. In Francia viveva in un sobborgo dove c’erano molti italiani. Si è sposato e subito ha imparato le frasi necessarie per parlare in francese con sua moglie e con gli altri; e anche quello era per lui un altro dialetto. Poi è nato suo figlio. Due anni dopo mio zio è tornato a lavorare in Italia lasciando la famiglia in Francia. E solo quando è rientrato in Francia dopo altri due anni, ascoltando suo figlio e scoprendo che parlava in modo tanto diverso dal suo, cioè una lingua straniera, gli è venuto in mente un mare pieno di nebbia che non poteva attraversare. Così mio zio ha scoperto l’esistenza delle lingue straniere per primo nella nostra famiglia. Sentiva suo figlio che parlava in francese, così piccolo e già lontano mondi e mondi dal dialetto di mio nonno dispotico, è stata la più grande sorpresa della sua vita, e si è messo a piangere.
Mio nonno paterno era un uomo molto magro e molto basso… non avrebbe dovuto fare il servizio militare, ma è stato abbassato il limite minimo di altezza necessaria per entrare nell’esercito e [perciò] mio nonno ha dovuto fare il servizio di leva.
Era un muratore e tutti i suoi figli hanno dovuto fare i muratori come lui. . . In casa e sul lavoro era dispotico come un re. Per lui e per i suoi figli muratori la domenica non contava, i giorni di festa non contavano, neanche la religione contava. Mio nonno non leggeva i giornali e considerava le notizie riportate come favole che facevano solo perdere tempo.
Uno dei figli muratori ha litigato con mio nonno dispotico e se n’è andato per conto suo a lavorare all’estero. Era rimasto in Francia per alcuni anni e diceva che durante quegli anni, non si era mai accorto che là si parlava francese.
Mio nonno e i suoi figli parlavano il dialetto del loro paese e mio zio trovava dialetti molto diversi ad ogni posto in cui si fermava. Riusciva però sempre a farsi capire e allora per lui un dialetto era uguale a un altro. In Francia viveva in un sobborgo dove c’erano molti italiani. Si è sposato e subito ha imparato le frasi necessarie per parlare in francese con sua moglie e con gli altri; e anche quello era per lui un altro dialetto.
Poi è nato suo figlio. Due anni dopo mio zio è tornato a lavorare in Italia lasciando la famiglia in Francia.
E solo quando è rientrato in Francia dopo altri due anni, ascoltando suo figlio e scoprendo che parlava in modo tanto diverso dal suo, cioè una lingua straniera, gli è venuto in mente un mare pieno di nebbia che non poteva attraversare.
Così mio zio ha scoperto l’esistenza delle lingue straniere per primo nella nostra famiglia.
Sentiva suo figlio che parlava in francese, così piccolo e già lontano mondi e mondi dal dialetto di mio nonno dispotico, è stata la più grande sorpresa della sua vita, e si è messo a piangere.
Rispondere alle domande:
L'imperfetto e il passato prossimo sono usati per identificare due diversi tipi di azioni nel passato.
In generale, si usa l'imperfetto per descrizioni (caratteristiche fisiche, stato emotivo, ecc.), per azioni ripetute o abituali, per identificare il tempo, le date o l'età.
Il passato prossimo si usa per raccontare eventi specifici o azioni compiute.
Considerate gli esempi riportati nella tabella seguente:
azione abituale, che si faceva sempre
"Da bambino andavo al mare tutte le domeniche."
azione non abituale, che è stata fatta una sola volta
"Da bambino una volta sono andato al mare."
azione ripetitiva, che si faceva tante volte
"Mia zia faceva sempre dei dolci buonissimi."
azione pontuale, avvenuta una volta
"Mia zia ieri ha fatto dei dolci buonissimi."
azione durativa, che è durata per un certo tempo
"Ieri pioeveva."
azione momentanea, breve, che è durata o è avvenuta in un momento
"Ieri ha piovuto un po'."
Come si può concludere, si usa l’imperfetto nei seguenti casi (riferite al capitolo L'imperfetto per una discussione più dettagliata):
Lo stesso verbo può essere coniugato all'imperfetto o al passato prossimo, a seconda di ciò che il parlante vuole enfatizzare.
Letizia stava sul treno e leggeva un libro. (Sottolinea l'azione in corso)
Letizia è stata sul treno e ha letto un libro. (Enfatizza il fatto che le azioni sono concluse).
Quando nella stessa frase ci sono due azioni passate avvenute contemporaneamente, possiamo avere tre casi:
1.Due azioni (durative) ugualmente lunghe
imperfetto + imperfetto
Mentre lavoravo, mio amico parlava al telefono
2.Due azioni ugualmente momentanee
Passato prossimo + passato prossimo
Quando Anna è entrata, l’abbiamo salutata.
3.Un’azione durativa interrotta
Imperfetto + passato prossimo
Mentre preparavo la cena, gli ospiti sono arrivati.
Completate le frasi, inserendo la forma appropriata del verbo indicato tra parentesi, scegliendo tra passato prossimo e imperfetto.
ESEMPIO: Mentre voi ________ (giocare) a carte, i bambini ________ (fare) caos nell’altra stanza. > Mentre voi *giocavate* a carte, i bambini *facevano* caos nell’altra stanza.
Alcuni verbi, come conoscere e sapere, hanno un significato diverso se usati al tempo imperfetto o al passato prossimo.
Di recente ho saputo che in Italia si mangiano le lenticchie a Capodanno per portare fortuna.
I miei genitori non sapevano che io avevo cambiato scuola; l’hanno saputo tramite l’Instagram di mio fratello.
Mio nonno ha conosciuto mia nonna al supermercato quando avevano 16 anni. Lui non conosceva la sua famiglia, però.
Come si può vedere, all’imperfetto “sapere” significa avere informazioni riguardo ad una situazione, mentre al passato prossimo, “sapere” vuol dire “scoprire.”
Dagli esempi, si vede che all’imperfetto il verbo “conoscere” significa essere informato o avere cognizione mentre al passato prossimo, “conoscere” significa incontrare qualcuno per la prima volta, cioè fare conoscenza.
Questi verbi all’imperfetto danno l’idea di intenzione, ma non si sa necessariamente se l’azione sia stata compiuta. Ci vuole più informazione e/o contesto per capire.
Quando li si usano al passato prossimo invece, si capisce che le azioni sono state compiute.
a. Ieri ho dovuto accompagnare mio fratello all’aeroporto. (L’ho accompagnato.)
vs.
b. Ieri dovevo accompagnare mio fratello all’aeroporto. (Forse l’ho accompagnato, forse no; ci vorrà più informazione per sapere.)
Ieri dovevo accompagnare mio fratello all’aeroporto, ma all’ultimo minuto mio fidanzato si è offerto di accompagnarlo lui.
Ieri dovevo accompagnare mio fratello all’aeroporto. Visto che l’aereo partiva alle 6 del mattino, ho dovuto alzarmi alle 4:30!
a. Ho voluto telefonare a mia madre dopo lavoro. (Le ho telefonato.)
b. Volevo telefonare a mia madre dopo lavoro. (Avevo intenzione di telefonarle; forse l’ho fatto, forse no.)
Volevo telefonare a mia madre dopo lavoro, ma il mio capo mi aveva dato un progetto enorme da completare prima del giorno dopo e ho lavorato tutta la notte.
Volevo telefonare a mia madre dopo lavoro, ed era molto felice di sentirmi.
a. Stanotte non ho potuto dormire. (Non ho dormito.)
b. Stanotte non potevo dormire. (Io avevo difficoltà; forse sono riuscita ad addormentarmi, forse no.)
Stanotte non potevo dormire e oggi al lavoro ero stanca morta.
Stanotte non potevo dormire quindi ho bevuto una bella camomilla, e mi sono addormentata subito.
Completate le frasi coniugando il verbo indicato tra parentesi o al passato prossimo o all’imperfetto, secondo il contesto.
ESEMPIO: Io non ________ (potere) credere di aver vinto una Ferrari! Ci ________ (potere) credere soltanto quando la macchina era parcheggiata davanti casa mia. > Io non *potevo* credere di aver vinto una Ferrari! Ci *ho potuto* credere soltanto quando la macchina era parcheggiata davanti casa mia.
Non è sempre facile capire quando usare l'imperfetto e quando usare il passato prossimo. I verbi "essere" e "avere" possono essere particolarmente difficili da distinguere in questi due tempi. Però, in generale, l'imperfetto sottolinea la durata di un evento o la descrizione del soggetto, mentre il passato prossimo indica che l'evento si è concluso.
Essere - passato prossimo (l'evento indicato è chiuso):
Essere - imperfetto (enfatizza una condizione o la duratura di un evento):
OCCHIO: Non confondetevi tra la forma passiva di un verbo e la forma di “essere” al passato prossimo.
Per esempio:
Sono stato chiamato a Roma in missione. = la forma passiva del verbo “chiamare”
Sono stato a Roma in missione. = “essere” al passato prossimo
Avere - passato prossimo (l'evento indicato è considerato chiuso):
Avere - imperfetto (enfatizza la duratura dell'evento o non precisano un tempo esatto):
Completate la storia coniugando i verbi indicati tra parentesi o al passato prossimo o all’imperfetto, secondo il contesto. Il primo è già stato completato per voi.
Sabato scorso noi *ABBIAMO FATTO* (fare) una bellissima gita: (andare) in montagna. (fare) bel tempo, (esserci) il sole, e ogni tanto (soffiare) un leggero vento. Noi (camminare) moltissimo, poi (fermarsi) per un picnic; (prendere) un po’ di sole e (riposarsi) un po'. Al ritorno, però, Piero (rendersi) conto che non (trovare) più il portafoglio: dentro lui (avere) anche la patente e così noi non (potere) ritornare a casa. Allora noi (tornare) indietro, (percorrere) nuovamente tutta la strada fatta durante la mattinata. (trovare) il portafoglio su una pietra, vicino al ruscello dove ci eravamo fermati per mangiare. Ormai, però, (essere) tardi e (iniziare) a fare buio. Fortunatamente, noi (vedere) un cartello che (indicare) un rifugio di montagna che (trovarsi) a mezz'ora da dove (essere) noi. Così noi (decidere) di andarci e di fermarci lì per dormire. Nonostante tutto questo, (essere) una gita molto divertente e avventurosa.
*Quest’esercizio è stato adattato dal sito “Impariamo Italiano”, http://www.impariamoitaliano.com/imp31.htm)
Inventate e scrivete 5 frasi originali utilizzando “essere” al passato prossimo e 5 frasi originali utilizzando “essere” all’imperfetto. Poi, inventate e scrivete 5 frasi originali utilizzando “avere” al passato prossimo e 5 frasi originali utilizzando “avere” all’imperfetto. (In totale, dovreste scrivere 20 frasi originali.)
Fate attenzione a NON usare la forma passiva di un altro verbo invece del verbo “essere” (come “La bistecca è stata mangiata dal cane.”)
ESEMPIO:
Considerate le seguenti situazioni. Quali differenze vengono comunicate quando i verbi sono usati all’imperfetto? E al passato prossimo?
Aggiungete almeno un’altra frase a ciascuna frase per dare più contesto e per giustificare l’uso o del passato prossimo o dell’imperfetto.
1a. Ero a Roma durante la pandemia.1b. Sono stato a Roma durante la pandemia.
2a. Le mie prime settimane in Italia, non capivo niente ed ero sempre confuso.2b. Le mie prime settimane in Italia, non ho capito niente e sono stato confuso.
3a. Quando sono stata operata, non avevo paura.3b. Quando sono stata operata, non ho avuto paura.
4a. La settimana scorsa al lavoro era proprio una di fuoco.4b. La settimana scorsa al lavoro è stata proprio una di fuoco.
“Quante volte” di Claudio Baglioni
“Una faccia pulita” di Claudio Baglioni
Alcuni siti utili per scoprire di più sulla differenza tra l'imperfetto e il passato prossimo:
Learnamo
Benvenuti - Intercultura Blog
Completate questa mail da Gina al suo fidanzato che sta studiando all’estero, mettendo la forma corretta dei verbi indicati tra parentesi, o al passato prossimo o all’imperfetto.
Carissimo,
Spero che tu stia bene e che i tuoi studi vadano alla grande!
Forse tu (sapere) che (morire) mia nonna la settimana scorsa. All’inizio, io (rimanere) triste della sua morte e mi (fare) sentire molte emozioni, ma in questo momento posso dire che sono grata per lei e la sua vita. Il funerale (essere) questo sabato passato e (venire) molti parenti, inclusi tutti i figli e tantissimi nipoti. (essere) proprio bello vederli, specialmente perché i miei zii (raccontare) molte storie buffe della nonna. Grazie a queste storie, e una in particolare, io (scoprire) che mia nonna (essere) un po’ birichina: quando (essere) piccola, sua madre (fare) spesso la pasta a mano e quando (tirare) fuori la farina, mia nonna (mettersi) ad “aiutare” con la preparazione. Veramente, non (aiutare) per niente e invece (coprirsi) di polvere bianco e poi (andare) in giro facendo rumori come uno spettro e la madre (dovere) andarla a prendere per assicurare che non imbiancasse tutta la casa di farina. Ogni volta che questo (succedere), sua madre la (portare) in bagno per pulirla con la bimba che (ridere) del divertimento. (essere) sempre un lungo processo e, evidentemente, a casa loro ci (volere) almeno 2 ore per cominciare a fare la pasta durante quel periodo. Dopo alcune volte così, però, sua madre (imparare) la lezione e (cominciare) a mettere la figlia a fare un pisolino prima di fare la pasta. Le cose (andare) sempre più veloce a quel punto e mia bisnonna (potere) finire entro 30 minuti senza “l’aiuto” della bambina. Io (apprezzare) molto questa storia e mi (fare) sentire più vicino a mia nonna, forse perché anch’io (essere) un po’ birichina da bambina!
Un affettuoso saluto dalla tua amata Gina