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Proverbio: A tavola non si invecchia
Lida Beccaria Rolfi, adattato da L’esile filo della memoria: Ravensbrück 1945 pp. 3-5.
Hanno chiamato fuori tutte le donne giovani: non c’è più da farsi illusioni ormai, non si parte con la Croce rossa ma si tratta di un trasporto di lavoro. Le ore passano lente, si vive in un’ansia spasmodica, con il terrore di partire da un momento all’altro. . . . Una luce dalla parte della cucina ora attira la nostra attenzione, l’ufficio è in fiamme, si vorrebbe scappare dal reticolato ma un latrato e una voce ben nota ci ferma sul posto. Binz è là con la pistola in pugno e il cane. Vigliacchi, ci fanno evacuare senza un pezzo di pane. Così si lascia Ravensbrück, così si varca il cancello di questa prigione maledetta, nonostante la pioggia, nonostante il freddo, il fuoco e le guardie, cantando le canzoni preparate in un lontano giorno dell’estate passata per ben altra partenza.Si cammina così, nella notte, si fanno tre tappe nella notte poi si prosegue con una colonna di carri armati che si ritirano dal fronte russo. All’alba si sosta per qualche minuto, poi ci si mette in cammino, si attraversa una linea ferroviaria, si ritorna sulla strada e qui si incominciano le prime colonne di carri civili che come noi evacuano per sfuggire ai russi.
Hanno chiamato fuori tutte le donne giovani: non c’è più da farsi illusioni ormai, non si parte con la Croce rossa ma si tratta di un trasporto di lavoro. Le ore passano lente, si vive in un’ansia spasmodica, con il terrore di partire da un momento all’altro. . . . Una luce dalla parte della cucina ora attira la nostra attenzione, l’ufficio è in fiamme, si vorrebbe scappare dal reticolato ma un latrato e una voce ben nota ci ferma sul posto. Binz è là con la pistola in pugno e il cane.
Vigliacchi, ci fanno evacuare senza un pezzo di pane. Così si lascia Ravensbrück, così si varca il cancello di questa prigione maledetta, nonostante la pioggia, nonostante il freddo, il fuoco e le guardie, cantando le canzoni preparate in un lontano giorno dell’estate passata per ben altra partenza.
Si cammina così, nella notte, si fanno tre tappe nella notte poi si prosegue con una colonna di carri armati che si ritirano dal fronte russo. All’alba si sosta per qualche minuto, poi ci si mette in cammino, si attraversa una linea ferroviaria, si ritorna sulla strada e qui si incominciano le prime colonne di carri civili che come noi evacuano per sfuggire ai russi.
Rispondere alle domande:
1. Notate i verbi che seguono il pronome “si”: a chi riferisce il pronome?
2. Alcuni verbi sottolineati sono al plurale e altri sono al singolare. Perché? Qual è il rapporto tra i verbi al plurale e le parole in grassetto?
3. Secondo voi, cosa significa “ci si mette in cammino”?
4. Potete identificare un verbo nel brano di sopra che assomiglia ad una costruzione del “si” impersonale ma non lo è? Qual è?
Qui potete vedere il film documentario Le donne di Ravensbrück:
A differenza della lingua inglese, nella lingua italiana sia scritta che parlata, l’uso della forma passiva (“si passivante”) e della forma alla terza persona impersonale (“si impersonale”) è molto comune. Le due costruzioni si assomigliano, ma non sono sempre uguali.
Queste costruzioni possono utilizzare diversi tempi e modi verbali e possono comunicare eventi, preferenze, inviti e così via.
Il pronome “si” ha vari usi distinti:
Si impersonale
Si passivante
I ragazzi si salutano a scuola.
I giovani si mandano messaggini in continuazione.
Guardare: I cinque errori più comuni con il si impersonale:
A differenza del “si” riflessivo, il quale si riferisce ad una persona specifica, o al “si reciproco” che si riferisce ad un’azione scambiata tra persone precise, il "si impersonale" sostituisce “la gente,” “le persone,” “tutti,” “una persona”.
Frasi con il “si impersonale” possono utilizzare diversi tempi e modi verbali:
Esempi:
La domenica si dorme a lungo.
Ai tempi dei nonni, si festeggiava la Befana.
Tra tre giorni, si andrà in vacanza.
Non si dovrebbe bere l’alcool di mattina.
Si pensa che sia facile traslocarsi ma io non sono d’accordo.
Alla festa ieri sera, si è riso tantissimo.
La settimana scorsa, si è andati a vedere la nuova discoteca.
NB: Nei tempi composti tutti i verbi utilizzano il verbo “essere” come ausiliare.
Si scrive il verbo alla 3a persona singolare. Vale per verbi transitivi (che prendono un oggetto diretto) e verbi intransitivi (che non possono avere un oggetto diretto).
Quando si va all’estero, è importante tenere tutti i documenti a portata di mano.
Si parte alle 3 e si mangia alle 8.
Al cuore non si comanda.
In Italia non si mangia la pizza a colazione.
Completate le frasi sostituendo le parole in corsivo con il "si impersonale."
ESEMPIO: Nessuno può entrare -> Non si può entrare
Da una persona di cultura come lui, ci si aspetterebbe una risposta diversa.
Alle attività del Club italiano ci si diverte tantissimo.
Nell’albergo di lusso ci si rilassa perfettamente.
Qualche volta ai concerti ci si annoia tanto.
tranne “ne” che segue, e si scrive:
Come si parla al nonno? Gli si parla con rispetto.
Come si fa il tiramisù autentico? Lo si fa con il mascarpone e i savoiardi di buona qualità.
Si parla di politica in famiglia? Certo! Se ne parla in continuazione!
Trasformate le frasi correttamente alla forma del si passivante.
ESEMPIO: Non credo sia chiaro come si svolga (svolgere) questo esercizio.
4. Con il “si impersonale” gli aggettivi che seguono il verbo “essere” sono al plurale:
Nei tempi verbali composti, si usa l'ausiliare “essere” con tutti i verbi, sia transitivi che intransivi.
Se il verbo tipicamente adopera l'ausiliare “avere” nei tempi composti (come il passato prossimo), il participio passato è maschile singolare.
Si è riso molto alla festa ieri.
Si è dormito a lungo.
Si è mangiato veramente bene!
Se invece il verbo tipicamente adopera l'ausiliare “essere” al passato, il participio passato è al plurale maschile.
Si è nati per soffrire.
Si è rimasti tutta la notte.
Si è andati via presto.
Si è partiti senza dire una parola a nessuno.
NB: Il si impersonale può essere utilizzato come invito. In questo uso, ha il valore di “hai voglia di…“ “Ti andrebbe di…“
Che fame che ho, si mangia adesso?
Che belle vetrine! Si va dentro a guardare?
Qualcuno ha sete? Si beve qualcosa?
Scrivete 10 frasi con il “si impersonale” con aggettivi che seguono il verbo essere.
ESEMPIO: Quando si passa la giornata al mare, si è sempre stanchi.
Il si passivante corrisponde alla forma passiva (vedi La forma passiva).
Si vendono molti giornali. = Molti giornali sono venduti.
Oggi come oggi, si guardano molti film in streaming. = Molti film sono guardati in streaming.
Negli anni cinquanta, si compravano diversi giochi da tavolo. = Diversi giochi erano comprati.
Le costruzioni con il "si passivante" possono utilizzare un verbo o al plurale o al singolare.
Confrontate le seguenti frasi:
Qual è la differenza?
Se l’oggetto diretto è plurale, il verbo deve essere alla terza persona plurale.
Se l’oggetto diretto è singolare, il verbo deve essere alla terza persona singolare.
I verbi modali seguono questa stessa regola (cioè, se l’oggetto diretto è plurale, il verbo deve essere alla terza persona plurale e se l’oggetto diretto è singolare, il verbo deve essere alla terza persona singolare).
Si può vedere la montagna.
Si possono vedere le montagne.
Non si dovrebbe fumare.
Le sigarette non si dovrebbero fumare.
OCCHIO: Con queste costruzioni, i verbi intransitivi (andare, venire, arrivare, partire, uscire, ecc.) non si usano al plurale:
Se volete sentire questa costruzione in contesto, ascoltate la canzone del film Encanto, “Non si nomina Bruno”:
Completate le frasi e scegli se usare il “si” impersonale o passivante.
"La Mole, Torino" by Brent C. Orton